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Il
crash di Roswell
Il nuovo scenario nel libro 'Il Crash di Roswell' |
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Traduzione di Alessandro
Lattanzio |
Nota importante: Questo articolo è stato aggiornato all'agosto
2009, e invito il lettore a fare riferimento ad esso in quanto integra
una serie di nuove prove. Vedi articolo dal titolo: "L'incidente
di Roswell, confermato da nuovi testimoni"
Dove si è, all'inizio del 2009, nelle indagini sull'incidente
di Roswell? Dalla pubblicazione del mio libro su Roswell nel 2004. Inchieste,
segretezza e disinformazione, il dossier si è arricchito di nuove
testimonianze che identificano più da vicino i progressi dell'evento,
durante i primi giorni del luglio 1947. Un passo importante in questa
direzione è stato il libro di Tom Carey e Donald Schmitt, Witness
to Roswell, pubblicato nel giugno 2007, più altre fonti,
compresi i libri di Kevin Randle e del dottor Marcel Jr. Carey e Schmitt,
che hanno proposto nel loro libro uno nuovo film degli eventi ('time
line'), che rappresenta un grande miglioramento rispetto alle opere
precedenti, ma che ancora, a mio avviso, ha alcune difficoltà.
Ne ho discusso con gli autori, e ho suggerito alcune modifiche minori,
tenendo maggiormente conto delle testimonianze. Donald Schmitt infine
mi disse, nel settembre 2008, che aveva accettato di miei suggerimenti.
Questo è lo scenario rielaborato che ho mantenuto nella nuova
edizione del mio libro, pubblicato nel febbraio 2009 con il titolo Il
crash di Roswell. Nuova indagine (JMG Le Temps Présent).
Questo scenario è sviluppato principalmente nel capitolo VI,
"Nuovi testimoni e scenario rivisto." Integra numerose
testimonianze, vecchie e nuove, come pezzi di un puzzle la cui immagine
appare in generale sempre meglio. Penso che sarà una sorpresa
per la maggior parte dei lettori, tanto è più preciso.
Ecco un breve riassunto.
Mercoledì 2 o Giovedi 3 luglio 1947, sera
Forte temporale nella serata di Mercoledì 2 o Giovedi 3 luglio
(il dibattito continua circa la data esatta). Il contadino William "Mack"
Brazel, un allevatore di pecore di Foster Ranch (situato a circa 65
miglia in linea d'aria a nordovest della città di Roswell), sentì
una forte esplosione come di diversi tuoni.
Giovedi 3 e Venerdì 4 luglio
La scoperta del campo di rottami e di diversi corpi
vicino a esso
La mattina di Giovedi 3 o Venerdì 4 luglio, Brazel, guidando il
suo gregge di pecore, aveva scoperto il campo dei relitti a pochi chilometri
da casa sua, insieme a Timothy "
Dee" Proctor, figlio
dei vicini Proctor, che a sette anni lo accompagna spesso su un cavallo.
Poi ha scoperto, anche, sempre con Timothy, un sito con dei cadaveri,
2,5 miglia ad est del campo dei relitti. Sono feriti e si sentono molto
male. Le testimonianze di questa scoperta sono indirette e per questo
motivo fu a lungo trascurata dagli inquirenti. Sono: Loretta Proctor,
Madre di Dee, Sydney "
Jack" Wright, che era amico di
Dee; il reporter Frank Joyce a cui Brazel aveva parlato al telefono la
Domenica 6 da Roswell. Sydney, figlio di un dipendente del Richards Ranch
(che si trova a sud del ranch Foster) testimoniò nel 1998 che anche
lui aveva visto quei cadaveri in presenza di Mack Brazel. Ha detto che
Brazel fu molto impressionato da questa scoperta.
Chiamiamo questo sito il "
terzo sito", al fine di distinguere
il "
secondo sito" più vicino a Roswell, dove
furono scoperti un UFO e dei cadaveri.
Dee Proctor e compagni ritornarono di nuovo al ranch Foster, all'insaputa
di Brazel, e raccolsero dei relitti. Questi erano Sydney
'Jack'
Wright, due figli del ranchero Thomas Edington, e una figlia dell'allevatore
Truman Pierce. Sembra che ci fossero stati altri visitatori dal Venerdì
(o Giovedi?), perché i relitti s'erano anche circolati al rodeo
di Venerdì 4 luglio (festa nazionale), al villaggio Capitan, situato
a un'ora di auto a sud-ovest del Ranch Foster. Per questa ragione, sembra
plausibile che l'incidente abbia avuto luogo Mercoledì sera 2 luglio.
Brazel fece visita ai suoi vicini più prossimi, Floyd e Loretta
Proctor, la cui fattoria si trovava a 10 miglia dalla sua, e gli mostrò
i relitti. Brazel, di solito tranquillo e riservato, era molto eccitato
dalla sua scoperta. Gli propose di andare a vedere il sito. Al momento,
Proctor non voleva muoversi, ma Floyd andrà poi a vedere il campo
e a raccogliere dei detriti, che poi verranno recuperati dall'esercito.
Altri vicini di casa vennero a vedere il campo di detriti: Budd Eppers,
Truman Pierce, Glaze. Anche i genitori di Danny Boswell, che avevano un
ranch a 25 miglia ad est, vieni a vedere. Tutti raccolsero dei detriti,
che vennero poi recuperati, senza discussioni, dall'esercito.
Brazel si chiedeva come ripulire il campo dai detriti, che le pecore si
rifiutano di attraversare. Sabato, 5 luglio si recò nella piccola
cittadina di Corona, situata a 32 miglia a ovest del ranch. Mostrò
i rottami a suo zio Hollis Wilson, ai padroni del
Wade's Bar,
e alla drogheria
General Store. Volendo risolvere il suo problema,
mostrò i detriti anche al suo amico poliziotto Robert Scroggins,
che gli consigliò di andare dai militari di Roswell.
Un punto da sottolineare, importante per capire lo svolgimento di questa
storia, è che fin dall'inizio del weekend, alcune persone della
zona erano a conoscenza degli strani relitti, e che li avevano raccolti.
Inoltre, nessuno identificò dei palloni meteorologici, e dei bersagli
radar montati su bastoncini di balsa, materiale banale a loro familiare,
ma costituiscono ancora oggi la spiegazione dell'
US Air Force.
Domenica 6 luglio
Mack Brazel venne a Roswell con alcuni detriti. Le strade non erano
tutte asfaltate - c'era anche una ventina di chilometri di strada sterrata
- e il percorso, di un centinaio di miglia in totale, durò tre
ore con la sua vecchia auto. Mostrò i relitti allo sceriffo George
Wilcox, che immediatamente chiamò la RAAF (Roswell Army Air Force),
la base dei bombardieri B-29 appena a sud della città. Degli
ufficiali giunsero presto, esaminarono i resti e ritornarono alla base
con Brazel.
In precedenza, Wilcox passò Brazel al telefono col giovane reporter
Frank Joyce, della radio locale KGFL, che venne a sapere della cosa
in quel momento. Nel rimo colloquio di Brazel con Joyce, gli raccontò
con emozione che avevano scoperto dei corpi strani: "Loro non
sono umani!” («They are not human!»).
Joyce alla fine rivelò tale intervista nel maggio 1998.
La Domenica sera, Brazel riparte per il ranch Foster con il comandante
(Maggiore) Jesse Marcel, capo della sicurezza della base ed il capitano
Sheridan Cavitt, capo del contro-spionaggio, su ordine del colonnello
William Blanchard. Questi informò immediatamente della scoperta
i suoi superiori, nella base di Carswell, nei pressi di Fort Worth,
Texas, che a sua volta informò il Pentagono a Washington. Era
a Fort Worth, che si trovava il quartier generale della 8th Air Force,
comandata dal generale Roger Ramey, e dal suo vice, il colonnello Thomas
DuBose.
A Fort Worth, il colonnello DuBose ricevette l'ordine dal Generale di
diviisone aerea (maggior generale) Clements McMullen, Vice Comandante
del Strategic Air Command, d'inviare immediatamente a Washington
i rottami in un sacco sigillato. Fu il primo volo Roswell-Fort Worth,
con il sacco dei rottami portati da Brazel, della Domenica sera. Il
colonnello DuBose a Fort Worth sovrintendeva il trasferimento del sacco
sigillato per una consegna di emergenza a Washington, affidato al colonnello
Al Clark, comandante della base di Carswell. Un primo gruppo di relitti
fu esaminato al Pentagono la mattina di Lunedi 7, che causerà
una serie di reazioni dall'alto.
Lunedi, 7 Luglio
Marcel e Cavitt al campo dei relitti
Il comandante Marcel e il capitano Cavitt ispezionarono il campo dei
relitti tutto il giorno e tornarono la sera a Roswell. Marcel rimase
più a lungo sul sito, e tornò a casa molto tardi. Mostrò
i rottami alla moglie Viaud e a suo figlio Jesse Marcel Jr., che aveva
undici anni e mezzo. Diventerà, quarant'anni dopo, un significativo
testimone diretto su relitti.
Nell'agosto 2007, SciFi Channel ha rivelato una nuova testimonianza
su questo episodio: l'ex tenente Jack Trowbridge, che era un membro
dei servizi d'intelligence di Marcel. Disse che giocava a bridge con
i colleghi quando Marcel ritornò dal ranch Foster, e mostrò
loro i resti. Si noti che questa nuova prova non è del tutto
coerente con quelle di Marcel, padre e figlio. Il Maggiore Marcel disse,
e suo figlio ha confermato, di aver svegliato la moglie e il figlio
all'una o alle due del mattino per mostrargli i relitti sparsi in cucina.
Ma non disse loro che li aveva già mostrati ai suoi colleghi
e amici.
Nel frattempo, durante la giornata di Lunedi, Walt Whitmore Sr., proprietario
della radio KGFL di Roswell, allertato dal suo reporter Frank Joyce,
mandò qualcuno a cercare Brazel al suo ranch, che lo accolse
a casa e registrò la sua testimonianza con l'intento di trasmetterlo
il giorno successivo. L'ospitò per la notte, secondo la testimonianza
del figlio Whitmore.
Il terzo sito, con dei cadaveri, presso il campo dei relitti
Nel terzo sito, situato a due miglia e mezzo a est del campo dei relitti,
c'erano due o tre corpi, seriamente feriti, in via di decomposizione e
emananti un odore molto cattivo. E' molto probabile che l'agricoltore
Brazel abbia mostrato a Marcel e Cavitt anche questo sito vicino, con
i cadaveri mutilati, dal momento che ne aveva già i precedenza
parlato al reporter Frank Joyce. Questa non è una certezza, però,
perché il figlio, il Dott. Jesse Marcel jr ne dubita. Mi ha detto
di nuovo, nel luglio 2007, durante una cena a Roswell: suo padre non ne
aveva mai parlato con lui. Ma ci sono altri testimoni, i parenti del maggiore
Marcel che l'hanno confermato. Il Sergente Grice Herschel, membro del
team di Marcel nel 1947, ha detto che Marcel aveva anche descritto il
loro aspetto fisico, con facce bianche, aspetto "
gommoso"
("
white, rubbery figures"). Anche di Sue Marcel Methane,
della famiglia Marcel, che aveva raccolto la fiducia di Marcel poco prima
della sua morte. Gli aveva descritto i volti bianchi e "
polverosi"
(«
white powdery figures»).
Da parte sua, Marcel ha messo in chiaro più volte agli inquirenti
di non aver detto tutto (intervista di Linda Corley Linda Corley nel 1982;
intervista alla radio KOAT nel 1985, un anno prima della sua morte). Quello
che ha sempre detto, tuttavia, è che il capitano Sheridan Cavitt
era tornato alla base prima di lui, mentre lui rimase per continuare a
studiare il campo dei relitti. Quindi, sembrava chiaro che Cavitt avesse
allertato il colonnello Blanchard al suo ritorno il Lunedì sera,
sulla loro duplice scoperta straordinaria del campo di relitti e dei cadaveri
nelle vicinanze.
Sembra plausibile, tenendo conto, come vedremo, sulla base di altre testimonianze
sull'evidenza, si decise di raccogliere i corpi il più rapidamente
possibile e di riportarli alla base, quella sera, nonostante il rischio
alla salute che ciò implicava. La prima preoccupazione era già
a quel tempo, senza dubbio, di imporre il segreto su questa straordinaria
scoperta. Era troppo tardi, quel Lunedi notte, per prendere il controllo
del vasto campo dei relitti, ma fu possibile far tornare sul campo un
piccolo team, guidato da Cavitt, per recuperare subito i cadaveri. Diversi
testimonianze sembrano confermarlo, in particolare questi ultimi aspetti,
raccolti da Carey e Schmitt: il Sergente LeRoy Wallace, Wallace, della
polizia militare, chiamato una sera per andare sul sito di uno schianto
nei pressi di Corona "per aiutare a caricare dei corpi." Secondo
la sua vedova, quando tornò il giorno dopo, di mattina, i suoi
vestiti erano impregnati di un odore terribile, e lei gli aveva bruciati.
Ha anche suggerito indirettamente la nuova testimonianza di Eli Benjamin,
come vedremo in seguito.
Secondo questo scenario, due o tre cadaveri del terzo sito, assai devastati,
furono trasportati alla base e sigillati in sacchetti in un veicolo refrigerato.
Furono depositati in ospedale, e furono soggetti a un esame iniziale,
quella sera stessa. Infatti, secondo la vedova di un chirurgo dell'ospedale,
che viveva nella base, il colonnello Blanchard aveva chiamato il marito
per una questione urgente, alle 23:30 circa. Si assentò per un'ora
e mezza e non le disse mai nulla, in seguito. È plausibile che
una prima valutazione sia stata fatta quella sera, ma la successiva mattina
del Martedì 8 luglio si sarebbe tenuta una prima autopsia nell'ospedale
della base.
La scoperta del secondo sito, più vicino a Roswell:
UFO, corpi morti e un sopravvissuto!
Lunedì mattina, una squadra di archeologi scoprì il sito
del secondo crash, con l'UFO, più vicino a Roswell, a circa 40
miglia a nord di Roswell e 5 miglia a ovest della Route 285. Ci vogliono
circa tre quarti d'ora per arrivarvi dalla strada da Roswell.
Questo non era esattamente il posto che era stato segnalato da Franck
Kaufmann nei primi anni '90, un testimone ora screditato. Secondo le
nuove testimonianze raccolte da Tom Carey e Donald Schmitt, è
solo un po' più a nord. Per inciso, questo sito è a soli
15 o 20 miglia in linea d'aria a sud-est del campo dei relitti. Tom
Carey, quando l'ho incontrato a Roswell nel luglio 2007, ha indicato
l'esatta posizione su una mappa dettagliata, ma è un dettaglio
che rimane riservato per proteggere questo terreno privato.
Il team di archeologi aveva scoperto un piccolo mezzo a forma di uovo,
tre corpi e un sopravvissuto! Uno di loro riferì la loro scoperta
per telefono, camminando verso la frazione di Mesa sulla Route 285 (una
marcia di cinque o sei miglia per arrivarci), avvertirono lo sceriffo
e vigili del fuoco di Roswell. Questi arrivarono presto, seguita da
vicino dai militari, che subito presero il controllo del sito. Questo
episodio è in realtà uno dei primi ad essere stato rivelato
di tutta la storia di Roswell, ma si pensava al tempo che il sito era
nella pianura di San Agustin, a ovest della valle del Rio Grande! I
testimoni principali (Capitolo V del mio libro Le crash de Roswell),
erano il Dott. Bertrand Schultz, il dottor Curry Holden, che guidava
la squadra archeologica, Mary Ann Gardner, Frankie Rowe, la figlia del
vigile del fuoco Dan Dwyer.
Nuovi testimoni militari, sul secondo sito con l'UFO:
Diverse importanti testimonianze militari che chiarirono la sequenza
degli eventi, vennero rivelate nel 2007, soprattutto nel libro di Tom
Carey e Donald Schmitt e nelle trasmissioni televisive come il Larry
King Live e SciFi Channel (vedi Le crash de Roswell).
Il sergente Homer Rowlett faceva parte della 603a Squadriglia genieri
dell'Aria (Air Engineering Squadron). Il figlio Larry e la
figlia Carlene Green (Video del sito SciFi) hanno detto che glielo aveva
rivelato sul letto di morte, nel marzo 1988. Aveva Fatto parte della
squadra di pulizia schierata sul sito a nord di Roswell. Aveva maneggiato
uno di questi controversi fogli a "memoria di forma"
descritti da molti. Ancora più importante, aveva visto l'apparecchio,
che ha descritto come "approssimativamente circolare”,
e disse: aveva visto "tre piccole persone", con grandi
teste. Almeno uno di loro era ancora viva.
Il soldato di 1.ma classe (PFC) Roland Menagh era un altro MP (polizia
militare) sul sito, secondo i figli Michael e Roland Jr. Gli aveva descritto
un mezzo a forma di uovo e nessuna traccia di saldatura. Michael ricorda
che gli descrisse anche tre cadaveri. Suo padre disse loro che aveva
caricato il dispositivo su un camion a 18 ruote e coperto con un telo
(il giorno dopo l'episodio di Martedì, come vedremo in seguito).
L'aveva scortato con una jeep per la città e alla base, dove
il relitto venne deposto in un hangar.
Lunedi sera e la notte dal Lunedi 7 al Martedì 8 luglio
I militari probabilmente arrivarono abbastanza tardi sul secondo sito,
più vicino a Roswell. Ci volle un po' di tempo per un membro della
squadra di archeologi per salire alla frazione di Mesa sulla
Highway
285, e chiamare lo sceriffo di Roswell. Ci volle del tempo prima
che sceriffo, vigili del fuoco e soldati, inviassero delle squadre sul
terreno. Ma il sito era più piccolo del Foster Ranch con il suo
vasto campo di relitti e furono in grado di sigillarlo rapidamente la
sera stessa. Così, a differenza dei cadaveri del ranch Foster,
non custoditi, li hanno potuto recuperare in fretta, nonostante il rischio
per la salute, si decise di tenere i corpi sul sito, almeno per la notte,
al riparo di una tenda, ben custodita da soldati armati.
Due testimonianze indicano che dei soldati erano a guardia della tenda.
Secondo i membri delle loro famiglie, il soldato Ed Sain e il caporale
Raymond Van Why furono condotti sul sito in una ambulanza la sera del
7 luglio, per sorvegliare una tenda dove si trovavano i corpi, e gli fu
ordinato di sparare su chiunque tentasse di entrare. Per contro, se ci
fosse stato davvero un sopravvissuto sul secondo sito, non lo videro.
Sembra molto probabile che fu fatto ritornare presso la base il giorno
stesso, probabilmente all'ospedale. Due testimoni indipendenti l'avrebbe
anche visto camminare in ospedale.
Va detto qui che Tom Carey e Donald Schmitt hanno assunto, nel loro libro
2007, che questo episodio della tenda si sia verificato, ma non sul secondo
sito vicino a Roswell, ma sul terzo sito, il ranch Foster. Ma questa opzione
è contraddetta dal fatto che questi due soldati di guardia alla
tenda, hanno detto di aver visto l'UFO, che era sul secondo sito, più
vicino a Roswell. Inoltre hanno detto che il viaggio era durato più
di mezz'ora di strada, prima di immergersi nella "
macchia"
("
Into The Boondocks"). Questa volta il viaggio corrisponde
alla posizione del secondo sito. In un messaggio che mi ha inviato nel
settembre 2008, Donald Schmitt mi ha detto di essere d'accordo con me
al riguardo.
Alcune precisazioni su queste due importanti testimonianze. Secondo Carey
e Schmitt, nel 1947, il soldato Ed Sain faceva parte del 390th
Air
Service Squadron (ASS), a sua volta collegato al 509th Bomber Group,
l'unico gruppo di bombardieri atomici dell'epoca, con sede a Roswell.
Qesta "
squadriglia", guidata dal maggiore Richard Darden,
era stata specificamente incaricata di controllare i bombardieri B-29
del gruppo 509. Era una missione confidenziale, e i soldati della SSA
avevano il nullaosta "
top secret", superiore a quello
della polizia militare, la 1395.ma compagnia guidata dal maggiore Edwin
Easley. E' a questa che apparteneva l'altro testimone, il caporale Raymond
Van Why. Secondo Ed Sain, intervistato da Carey e Schmitt, i due comandanti
Darden e Easley diedero già al secondo sito la massima importanza,
quando arrivarono. I due soldati ebbero disposizione di sorvegliare la
tenda di notte, con l'ordine di sparare a chiunque cercasse di entrare
... Per fortuna, nessuno comparve. Vennero rilevati prima della fine della
notte, e tornarono alla base. Carey e Schmitt si incontrarono anche con
il figlio di Sain, Steven, che ha detto che suo padre s'era preso 30 anni
per decidere di parlarne con lui e il fratello: "
Gli disse di
aver giurato segretezza e di temere per la sua vita se avesse detto qualcosa...
Non voleva ascoltare nessuna trasmissione né leggere libri su Roswell.
Solo di recente ha cominciato a parlarne." Aveva anche descritto
l'apparecchio, che fu "
la cosa più strana che aveva visto
in vita sua".
Raymond van Why è morto nel 2001 all'età di 76 anni. Secondo
la sua vedova Leola, non fu molto loquace sui nove anni e mezzo trascorsi
nell'esercito. Aveva sorvegliato anche il B-29 Enola Gay (bombardiere
di Hiroshima). Quando aveva lasciato l'esercito, aveva gettato tutte le
sue carte militari. Secondo lei, be ha parlato per la prima volta nel
1954, leggendo un articolo di giornale su un presunto UFO crash. "
L'ho
visto!”, esclamò. Aveva detto che doveva sorvegliare
un sito nel deserto di Roswell, dove un veicolo spaziale s'era schiantato.
"
Mio marito mi ha detto che si trattava di un UFO che si era
schiantato, era un disco rotondo. Come fai a saperlo?" gli chiese.
"Perché io ero lì e l'ho visto!”.
Martedì 8 Luglio
Il briefing del colonnello Blanchard e il comunicato
stampa
Prima di passare ad un altro episodio importante, il trasporto alla
base di Roswell di tutto ciò che è stato scoperto - UFO,
cadaveri e i rottami dei tre siti – su cui delle nuove testimonianze
sono emerse, deve essere posizionato qui, in ordine cronologico, il
briefing del colonnello Blanchard, al mattino presto di Martedì,
il momento cruciale in cui l'intera sequenza delle operazioni sarà
decisa, probabilmente in collaborazione con la gerarchia militare. Questo
episodio, che si credeva di conoscere bene, è stato fortemente
scosso dalla testimonianza postuma di Walter Haut, secondo cui il generale
Ramey e il suo vice colonnello DuBose vennero da Fort Worth per parteciparvi
(vedi testo integrale della sua dichiarazione giurata in Le crash de
Roswell).
Il comandante Marcel e il capitano Cavitt informarono il colonnello
Blanchard, alle 6 di mattina, di quello che avevano trovato nel ranch
Foster (e probabilmente la sera precedente da Cavitt). Blanchard convoca
il suo briefing settimanale prima del solito, alle 7:30. Fece il punto
della situazione sui diversi siti, con diversi funzionari della base.
Dei rottami portati da Marcel e Cavitt, che parteciparono anche alla
riunione, furono esaminati.
Alla pubblicazione dell'affidavit di Walter Haut, nel libro di Carey
e Schmitt, un punto venne discusso: la presenza del Generale Ramey e
del colonnello DuBose a questo briefing. Vennero la sera prima da Fort
Worth (situato a 600 km, a un'ora e mezza di volo)? E' plausibile, dato
che l'intera gerarchia era già in allerta. Ricordiamo i segni
delle agitazioni ai vertici politici e militari di Washington (evocati
nel primo capitolo del mio libro Le Crash de Roswell). Se così
fu, Ramey e DuBose dovettero ripartire il mattino di Martedì
per Fort Worth, dove hanno "giocato" alla messa in scena per
la stampa del pallone meteorologico, nel tardo pomeriggio.
Comunicato Stampa
In mattinata, il colonnello Blanchard dettò ad il famoso comunicato
stampa al tenente Walter Haut, annunciando la scoperta di un "
disco
volante". Haut la trasmissione a mezzogiorno ai due giornali
e alle due stazioni radio di Roswell. L'annuncio fu subito trasmesso alla
radio, e attivò una tempesta mediatica internazionale.
Perché il colonnello Blanchard, ufficiale di elite dalla promettente
brillante carriera (divenne generale a quattro stelle), aveva ordinato
di pubblicare questa notizia sorprendente? Come ha sottolineato Walter
Haut quando lo incontrai nel 1995, sicuramente non aveva deciso da solo.
Questo comunicato stampa faceva parte di un piano di azione adottato al
vertice. La spiegazione che sembra più plausibile è che
ciò fu deciso al mattino, per evitare il rischio di non essere
in grado di tenere completamente il segreto, mentre c'erano tre siti sul
terreno, di cui solo il secondo era sotto controllo in quel momento. Si
vide che la notizia del crash cominciò a diffondersi in tutta la
regione. Si scoraggiò la diffusione dell'intervista di Brazel alla
radio KGFL, e venne bloccato l'annuncio del giornalista John McBoyle alla
radio KAOT di Albuquerque (secondo la testimonianza di Lidia Sleppy),
ma lo slittamento mediatico rimane possibile, e in questo il comunicato
permise di fare buona figura. L'essenziale fu quello di nascondere la
scoperta principale, quello dell'UFO sul secondo sito. Se i soldati arrivarono
a sigillare i tre siti e a controllare tutto sul terreno, potevano fare
marcia indietro e smentire la dichiarazione. Questo è esattamente
ciò che è stato fatto, la sera stessa a Fort Worth, preso
l'ufficio del Ramey. La mattina presto, il colonnello Blanchard aveva
inviato una squadra di 50 a 60 uomini per cingere, e quindi ripulire il
vasto campo dei relitti del Ranch Foster. Martedì mattina, il direttore
della radio KGFL Walt Whitmore portò il contadino Brazel alla base,
che aveva trascorso la notte da lui. Brazel, senza dubbio condusse i militari
al ranch e a prendere il controllo dei posti. Alcuni dicono che sarebbe
stato condotto su un velivolo d'osservazione per guidarli più rapidamente.
Il comandante Edwin Easley, capo della polizia militare, e il capitano
Richard Darden, vice comandante della base e capo della unità di
elite a guardia dei bombardieri nucleari, diressero le le operazioni sui
tre siti. Degli MP della 1395 Compagnia (diretta da Ealsey) furono inviati
lungo la strada 285 (a nord di Roswell) fino alla frazione di Ramon.
Diversi testimoni indipendenti li notarono, in particolare William Woody
e suo padre. Testimoni civili osservarono da lontano la chiusura del campo
dei relitti. Trinidad "Trini" Chavez, figlio di un dipendente
del ranch Richards (a sud del ranch Foster), osservò il lavoro
dei soldati nel campo dei relitti, con gli amici, a distanza su una collina.
Era troppo tardi per farsi avanti e raccogliere i relitti, ma poi apprese
che suo padre ne aveva già preso. Il giovane Charlie Schmid, che
viveva a nord della città, seppe dell'evento. Saltò sulla
sua moto e riuscì ad avvicinarsi al campo dei rottami. Ebbe appena
il tempo di guardare un paio di parti in metallo, con dei segni strani.
Ma, sentendo di veicoli militari arrivare, preferì scappare, rendendosi
conto che era caduto in una affare molto segreto. L'inizio della retromarcia
su Roswell avvene il Martedì mattina, quando si disse che la radio
KGFL fu fortemente scoraggiata dal trasmettere l'intervista con Brazel,
con due telefonate da Washington. Così, tutto era già diretto
dall'alto.
Fu il condirettore della stazione, al momento, George "
Jud"
Roberts, che disse di essere stato chiamato dall'ufficio del senatore
del New Mexico Dennis Chavez, e da TJ Slowe, segretario esecutivo della
FCC (
Federal Communications Commission). Questi gli fece capire
che se trasmetteva la registrazione di Brazel, la sua radio rischiava
di perdere la sua licenza in tre giorni! John McBoyle, gestore della stazione
Radio di Roswell KSWS chiamò Lydia Sleppy ad Albuquerque (era la
primo testimone di cui venne a conoscenza Stanton Friedman negli anni
'70), e gli annunciò la scoperta dell'UFO. Ma l'intervista fu assai
breve, e lui le disse di dimenticare questa chiamata. La trasmissione
a Los Angeles fu fermata da un telex dell'FBI alla sua macchina telescrivente.
A partire da Martedì mattina, l'esercito aveva completamente isolato
i tre siti e, infine, pensava di controllare la situazione. Poté
quindi cominciare a fare rientrare il comunicato stampa del mattino. Sulla
chiusura del sito dei relitti, ricordiamo uno dei più antichi testimoni
ritrovato dagli investigatori. Budd Payne, allevatore nelle vicinanze,
aveva voluto entrare nel ranch di Brazel in cerca di un animale disperso,
ma venne fermato da una guardia armata. Arrivava da ovest, il che significa
che il ranch era stato già circondato nella sua interezza. Quali
precauzioni per qualche chilo di pallone meteorologici!
Nel primo pomeriggio, molti tentativi furono effettuati dai militari di
Roswell per fermare la diffusione del comunicato stampa. Se ne dovranno
ancora recuperare delle copie il 9 luglio a Roswell, Albuquerque e Santa
Fe. Tuttavia, dal Martedì mattina, la notizia della scoperta si
era già diffusa a Roswell. Il comunicato di mezzogiorno era pubblicato
da
l Daily Record di Roswell nel pomeriggio, così come
da altri giornali negli Stati Uniti centrale e occidentale (ad esempio
il
San Francisco Chronicle). I giornali della costa Est pubblicarono
direttamente la smentita la sera del giorno successivo, il 9 luglio. Ricordiamo
qui anche la messinscena a Fort Worth, prima di presentare le nuove testimonianze,
molto importanti, sul recupero degli UFO e dei corpi del secondo sito.
La messa in scena di Fort Worth la sera di Martedì 8
luglio
Il generale in pensione Thomas DuBose disse chiaramente, in un "affidavit"
firmato nel 1991, che aveva ricevuto l'ordine dal Pentagono (Generale
McMullen), al quartier generale dell'ottava armata aerea di Fort Worth,
di mettere in scena un cover-up e poi dimenticare tutto. La tarda mattinata
di Martedì ebbe luogo il volo di un B-29 (Dave's Dream) a Fort
Worth, con a bordo il Maggiore Marcel e altri ufficiali. La missione
di Marcel era portare personalmente al generale Ramey un nuovo lotto
di rottami raccolti al ranch Foster. Una quadra molto gallonata, secondo
il sergente maggiore (Ms Sgt) Robert Porter, che era a bordo come meccanico
di volo. Alla sua testa, il tenente colonnello Payne Jennings, vice
del colonnello Blanchard (secondo la deposizione di Porter). Porter
aveva in mano dei pacchetti di veri rottami, di una leggerezza sorprendente.
A Roswell, il tenente Robert Shirkey era presente al momento della partenza.
Arrivato a Fort Worth, il comandante Marcel mostrò alcuni rottami
al generale Ramey, nel suo ufficio. Egli stesso lo portò alla
sala nautica per mostrargli il luogo esatto dello schianto. Di ritorno
al suo ufficio, i relitti non c'erano più. Nel frattempo, il
colonnello DuBose, assistente di Ramey, ricevette i resti di un pallone
meteorologico e dei bersagli radar gravemente danneggiati, probabilmente
consegnati da un altro aeroplano affinché Marcel non vedesse,
e li sparse nell'ufficio di Ramey. Per lui, questi erano solo dei resti
buoni da gettare via, secondo le sue interviste con gli investigatori.
Ancora prima dell'arrivo dei vero e falsi rottami, il generale Ramey,
rispondendo ai giornalisti, cominciò già a dire, nel primo
pomeriggio, che vi era confusione con un pallone. Annunciò ai
giornalisti che il volo previsto per la base di Wright Field (Ohio)
per l'esame dei detriti, era stato annullato. Ma un telex dell'FBI,
delle 16:17 (che sarà reso pubblico su richiesta del FOIA) indica
di no. La celebre conferenza stampa presso sul pallone meteorologico
si svolse intorno alle 16:30 (CST).
Il fotoreporter John Bond Johnson fece una foto di Ramey e DuBose davanti
ai frammenti sparsi, che saranno pubblicato l'indomani. Altre foto sono
fatte con Marcel, anch'egli davanti ai resti del pallone. L'aiutante
Irving Newton, addetto all'ufficio meteo di Ramey, identificò
immediatamente pallone e radar-bersaglio, e fu congedato. Marcel partecipò
alla riunione senza dire nulla, contrariamente a quanto Newton ricordò
in seguito, divenuto un testimone importante per la tesi del pallone
militare. Il giorno dopo, la smentita di Fort Worth era in prima pagina
su tutti i giornali, e l'incidente fu chiuso per 30 anni. Ma a Roswell,
e altrove, le operazioni continuano.
La smentita da Roswell
A Roswell, nel primo pomeriggio, numerose chiamate continuavano a giungere
da tutto il mondo, ma il colonnello Blanchard non era raggiungibile.
Si diceva che era in congedo! In realtà, aveva visitato i siti,
secondo il tenente colonnello Joe Briley. I giorni seguenti, Blanchard
avrebbe installato un ufficio temporaneo in un angolo della base. Nel
pomeriggio di Martedì, arrivarono a Roswell i giornalisti Robin
Adair e Jason Kellahin, della Associatd Press. Testimonianze
contraddittorie: Adair, giunto da El Paso in aereo su ordine urgente
della AP a Washington, sorvolò in aereo due siti. Dei militari
armati gli fecero segno di allontanarsi. Si mostrarono a Kellahin, giunto
da Albuquerque, dei resti di palloni, presso la Route 285. Si trattava
ovviamente di una piccola messa in scena organizzato apposta per lui.
Nuova intervista di Brazel, la sera, nei due giornali e nelledue stazioni
radio, questa volta sotto scorta militare (testimonianza di Paolo McEvoy,
direttore del Record). Ora, Brazel disse di aver trovato i resti del
pallone il 14 giugno, anziché all'inizio di luglio. Sua moglie
Margaret, sua figlia Bessie e suo figlio Vernon erano con lui. Brazel
disse stavolta, che aveva trovato difatti 5 libbre di palloni. Ma allora,
perché ebbe la briga di fare un viaggio a Roswell?
Diversi testimoni hanno visto Brazel vagare per le strade di Roswell
con una scorta militare: Floyd Proctor, Lyman Strickland, Leonard "Pete"
Porter, Bill Jenkins e LD Sparks. Brazel non sembrava vederli. Seconda
intervista di Brazel con il reporter Frank Joyce. Joyce fa notare che
ha cambiato la sua storia. Commento finale di Brazel, molto a disagio,
al momento di uscire: "non sono verdi!" Brazel viene
poi custodito per quasi una settimana alla base, nella foresteria (testimonianza
della famiglia e dei suoi vicini). Tuttavia, dei voli speciali, non
programmati, iniziavano ad arrivare a Roswell: da Washington DC, White
Sands (Alamogordo AFB), Fort Bliss (nei pressi di El Paso) e dalla Kirtland
AFB. Arrivano delle squadre di ripulituraa in rinforzo da Fort Bliss
e Alamogordo. Ora torniamo agli eventi del film sugli eventi al sito
e l'invio dei relitti, dei cadaveri e dell'UFO a Roswell, come precisato
da nuovi testimoni.
Martedì 8 mattina, riprese fotografiche sul secondo
sito
A Washington, il Pentagono, avvisato da Roswell e Fort Worth sulla scoperta
di due siti, aveva deciso Lunedì di spedire per via aerea a Roswell
un team di fotografi: il sergente Frederick Benthala e il caporale Al
Kirkpatrick, della Anacostia Naval Air Station di Washington
(Benthala aveva fotografato i test atomici di Bikini nel 1946). Questo
episodio della sessione fotografica è stata raccontata agli investigatori
da Benthala stesso, nel 1993. Decollo da Washington alle ore 10 circa,
in volo su un B-25, arrivo a Roswell nella serata di Lunedi alle 17
circa (MT). All'alba, Benthala e Kirkpatrick sono condotti sul secondo
sito. Devono indossare indumenti protettivi. Vedono delle tende sorvegliate
da uomini armati e un camion frigorifero. Kirkpatrick è inviato
in un altro sito: probabilmente il campo dei relitti che viene sigillato.
Benthala vede affaccendarsi un certo numero di soldati e ufficiali,
tra cui due comandanti, di cui non conosce i nomi: probabilmente i maggiori
Darden e Easley. Benthala dovette prendere le immagini dei cadaveri,
col flash nella tenda, dove sono allineati piccoli corpi su un foglio
di gomma. Aveva notato un odore di disinfettante (formaldeide). Entrambi
i fotografi vengono ricondotti il giorno stesso presso la base di Roswell.
Macchine fotografiche e filmati sono confiscati. Ritorno la mattina
dopo a Washington, debriefing dal tenente colonnello Bibbey, e divieto
di parlarne. Poco dopo, Benthala sarà inviato in Antartide!
Trasporto dei cadaveri alla base dopo la sessione fotografica
nella tenda
I corpi del secondo sito vengono spostati alla base, probabilmente in
tarda mattinata. Conosciamo già un testimone probabile di questa
operazione: il sergente Melvin Brown (secondo sua figlia Beverly Bean).
Si insediarono subito nel grande hangar P-3 (che esiste ancora oggi, come
Hangar 84), poi una squadra fu incaricata del trasporto nell'ospedale
della base. Ecco un altro testimone importante, il soldato Elias "
Eli"
Benjamin, che secondo Tom Carey e Donald Schmitt, aveva deciso di parlare
nel 2005. Fino ad allora, non osava per paura di perdere la sua pensione
militare. Infine, ha parlato pubblicamente per la prima volta all'età
di ottanta anni, durante una trasmissione della TV via cavo SciFi, andando
in onda nel novembre 2006 negli Stati Uniti (nel 2008 in Francia).
Una mattina di luglio, Eli Benjamin ha appena finito una guardia di notte,
quando gli fu ordinato di rimanere in allerta per una missione speciale.
Egli vide un'importante ed insolita attività attorno al quartier
generale della base: era probabilmente il famoso incontro di Martedì
mattina. Nel pomeriggio, ricevette l'ordine di andare al capannone P-3.
Quando arrivò al capannone, scoprì che l'ufficiale che gli
disse di prendere questo incarico era preda di una grande eccitazione,
e fu costretto al silenzio dalle MP: Era esploso vedendo dei cadaveri
nell'hangar! Questi erano disposti su letti con rotelle (
gurneys),
tre o quattro, credeva di ricordare, e coperto da fogli. Benjamin fu allora
incaricato da un altro ufficiale arrivato sulla scena, di scortare il
trasporto in ambulanza dei corpi all'ospedale della base. Secondo Benjamin,
uno di loro sembrava muoversi. Il foglio scivolò e vide un viso
grigio, una grande testa senza capelli, che non era umana.
Davanti la telecamera di
SciFi Channel, Benjamin imitò
il movimento della sua testa pendente su un lato, come se stesse morendo.
Quando Benjamin arrivò in ospedale, medici diversi e ufficiali
erano lì presenti, in attesa del corpo. Rimossero i fogli, che
permettendo a Benjamin di vederli furtivamente. Osservò che i medici
erano affascinati, immobili, attorno ai corpi. A memoria, Benjamin descrisse
un corpo piccolo, con una grande testa a forma di uovo, occhi allungati,
una bocca sottile come una fessura e due fori al posto del naso. Benjamin
aveva anche notato un forte odore di cadaveri in decomposizione. Ma questo
odore non proveniva dai corpi che avevano trasportati. Questo particolare
suggerisce che i corpi martoriati del terzo sito erano già lì,
e sembra confermare la storia che un infermiere avrebbe fatto a di Glenn
Dennis di una tentata autopsia cui avrebbe partecipato.
Un'altra testimonianza dall'ospedale
In ospedale, Miriam "Andrea" Bush, di anni 27, era
la segretaria dell'amministratore dell'ospedale, il tenente colonnello
Harold Warne. Secondo suo fratello George e sua sorella Jean, era tornata
una sera in stato di shock. Alla fine disse che vi era all'ospedale
del personale medico che non conosceva. Warne l'aveva portata in una
sala esami, in cui aveva visto diversi piccoli corpi, come dei bambini.
Uno di loro era ancora vivo. La loro pelle era di colore grigio-marrone
o brunastra, e avevano una grande testa e occhi grandi. Il giorno dopo
disse che nessuno doveva dire qualcosa di più su questa storia.
La famiglia ha ritenuto che fosse stata gravemente minacciata. Secondo
loro, l'evento l'aveva così turbata, che le ha rovinato la vita.
Morì nel 1989 in circostanze sospette, con lividi sulle braccia,
ma è stata dichiarata suicida per soffocamento con un sacchetto
di plastica legato attorno alla testa... Sua cognata Pat Bush ha testimoniato
pubblicamente (il video è stato postato sul sito SciFi). Lei
non pensa affatto al suicidio, ed è convinta che Miriam era stata
minacciata.
Ricordiamo la testimonianza dell'ex impiegato delle funebri Glenn Dennis.
Aveva detto che era stato chiamato dalla base per vedere se aveva piccole
bare, sigillabli, e come poter imbalsamare dei corpi. Aveva poi incontrato
un infermiera dell'ospedale che gli aveva detto di aver partecipato
ad una autopsia che fu sospesa a causa del fetore insopportabile dei
cadaveri. La sua testimonianza è ora messa in discussione perché
ha nascosto il nome dell'infermiera dando nomi falsi, ma lo avrebbe
fatto per proteggerla. Il futuro potrà dire se questa testimonianza
rimane vera.
I corpi vennero poi portati in una stanza fredda, che si trovava a metà
strada tra l'hangar e l'ospedale (questo è stato confermato di
recente a Carey e Schmitt da una persona che vi ha lavorato negli anni
'90, e ha sentito parlare degli eventi del 1947). Poi tornarono al capannone
P3 per la notte, dove è stata preparata una stanza a questo scopo,
e dove furono costruite speciali casse di legno per il trasporto del
giorno seguente. Si trattava dei corpi del secondo sito, portati a Roswell
nel primo pomeriggio. I corpi seriamente feriti del terzo sito vennero
trattati a parte, come vedremo in seguito.
Martedì sera: preparativi per il trasporto delle salme
del secondo sito
Numerosi sono i resoconti credibili di soldati che hanno sorvegliato
l'hangar P-3 durante la notte tra Martedì e Mercoledì,
e preparare le casse per il trasporto del giorno successivo. Alcuni
soldati erano di guardia al capannone la notte. Alcuni videro i corpi.
Tra loro, il sergente Melvin Brown (secondo sua figlia Beverly Bean)
è uno dei più antichi testimoni conosciuti. C'era anche
il soldato Francis Cassidy, che disse a sua moglie, Sarah Mounce, di
aver visto i corpi all'interno. Un altro testimone: secondo la vedova
Wanda Lida, il caporale Robert J. Lida le disse che aveva sorvegliato
l'hangar e osservatovi dentro rottami e piccoli corpi che era in preparazione
per essere spediti. Furono ancora il sergente Robert Smith e gli altri
membri della First Air Transport Unit (1st ATU) che parteciparono
ai preparativi. Il giorno dopo, probabilmente, ebbe luogo l'imbarco
e il trasporto dei corpi direttamente nella base di Wright Field, su
un quadrimotore C-54 (Douglas DC-4 nella versione civile). Questo velivolo
era pilotato dal capitano Oliver "Pappy" Henderson
(secondo la testimonianza della vedova Saffo Henderson e della figlia
Mary Kathryn Grood).
Carico e trasporto di cadaveri del terzo sito
I cadaveri del terzo sito, che furono presto consegnati all'ospedale
per l'autopsia, a causa del loro forte odore, vengono depositati durante
la notte in una tenda, posta all'estremità della base, il più
lontano possibile dagli edifici, e non lontano dai pozzi di carico ("pozzi
bomba") per le bombe nucleari dei bombardieri B-29, in vista
del trasporto il giorno successivo. I corpi ingombranti, da evacuare
il più rapidamente possibile, potrebbero essere anche passati
in una stanza refrigerata, dove furono collocate sul ghiaccio e sigillati
in sacchi, e poi inseriti in una cassa di legno di grandi dimensioni.
Durante la notte, questa cassa si sarebbe trovata al fondo del pozzo
di carico n. 1, e quindi caricata nella stiva del B-29 "Straight
Flush". Due soldati hanno raccontato che sorvegliavano l'aereo
mentre veniva caricato dal 'pozzo-bomba'.
Uno ha detto che il pozzo era circondato da due teloni per impedire
a chiunque di vedere all'interno. Doveva fare una guardia cieca tra
i due teloni (queste storie, anche se si sovrappongono, sono dettagliate
ne 'Le crash di Roswell'). La relazione più interessante,
forse, sul caricamento del B-29 è quella del Capitano Meyers
Wahnee, secondo sua figlia Blanche Wahnee. Suo padre aveva rivelato
alla famiglia che l'incidente di Roswell era vero, nell'ultimo anno
della sua vita. Ufficiale di sicurezza di alto livello, venne a Roswell
in aereo da Fort Simmons in Colorado, per sorvegliare il trasporto di
un "elemento top secret" da Roswell a Fort Worth
con un volo speciale di un B-29. L'elemento era unico, una grande cassa
di legno che Wahnee doveva accompagnare come guardia di sicurezza, nel
pozzo di carico. Aveva detto che conteneva i corpi alieni trovati nelle
vicinanze di Roswell.
Come molti altri testimoni nel libro, ha detto che c'erano tre siti
crash. Vedremo come una serie di testimoni, alcuni dei quali nuovi,
hanno descritto il trasporto dei corpi sul B-29, il giorno seguente,
Mercoledì, alla sede centrale di Fort Worth, Texas. Ma per rispettare
la cronologia la timeline, mettiamo qui per primo l'episodio del trasporto
UFO alla base, nel pomeriggio di Martedì, per il quale ci sono
nuovi testimoni.
Carico e trasporto a Roswell dell'UFO del secondo sito
Martedì 8, mentre a Fort Worth andava in va in scena la smentita
pubblica del pallone meteo, le operazioni di recupero continuavano nei
siti e nella base di Roswell. Alle 5 del mattino, il sergente Earl Fulford
vede il suo amico, il sergente George Houck, lasciare la base al volante
di un camion con un lungo rimorchio. Nel pomeriggio, verso le 16:00
quando lascia il lavoro, lo vede tornare con un carico coperto sul rimorchio,
che sembra avere la forma di una Volkswagen. Fulford gli chiese cosa
fosse, ma Houck si era sempre rifiutato di parlarne. Il soldato Rolland
Menagh fu coinvolto nel carico dell'UFO su un camion con rimorchio di
18 ruote, coperto con un telo. Aveva scortato con una jeep il convoglio
di ritorno da Roswell, dove depose il carico in un hangar. Dei testimoni,
in città, videro passare il camion a 18 ruote, telato e sotto
scorta armata. Queste varie relazioni indicano che l'apparecchio vene
ricoverato al capannone P-3 nel tardo pomeriggio.
Fu senza dubbio l'indomani Mercoledì che il capitano Sheridan
Cavitt andò a visitare il secondo sito, accompagnato dal suo
assistente, il sergente Lewis Rickett. Quest'ultimo ha raccontato la
visita, a tre quarti d'ora di auto a nord di Roswell. Lui non vide l'UFO,
ma c'erano ancora un po di rottami a terra. Ne prese uno che era leggermente
incurvato e molto leggero, ma impossibile da piegare.
Una sorprendente testimonianza: il Vice Governatore Montoya
Va notato qui un episodio curioso, ma che sembra confermato dagli investigatori,
dopo numerose interviste a dei testimoni. Questo sarebbe la visita alla
base del giovane vice governatore del New Mexico, Joseph Montoya, un americano
"
ispanico". Questo avrebbe visto i cadaveri, che furono
trasportati nel grande hangar P-3. Kevin Randle e Donald Schmitt ne avevano
già parlato nei loro secondo libro, pubblicato nel 1994. Tom Carey
e Donald Schmitt hanno ripreso e sviluppato questo episodio incredibile,
nel loro libro del 2007, basato su una serie di interviste che furono
in grado di avere con i testimoni, i parenti di Montoya, e anche con Ruben
Anaya, che erano stati coinvolto nell'incidente. Questo episodio solleva
alcune questioni che vengono discusse ne
Le crash de Roswell).
Secondo Ruben Anaya, il Vice Governatore Montoya andò nel capannone
P-3 per stringere la mano a suoi giovani sostenitori politici (i "
montoyistas").
Scoprì di essere entrato nel capannone appena dopo che i veicoli
militari vi aveva portato i corpi e un primo carico di rottami, che tecnici
e medici avevano appena cominciato ad esaminare. Non poteva capitare in
un momento peggiore, e fu letteralmente preso dal panico. Allora chiamò
Ruben Anaya per venirlo a prendere con urgenza con l'auto. Anaya era ben
noto alla base e fu in grado di entrare senza difficoltà, per poi
uscire con Montoya, quest'ultima in stato di shock.
Dopo essersi ripreso dai fratelli Anaya, gli avrebbe detto ciò
che aveva visto: dei corpi che giacevano sui tavoli "
che non
erano umani!”. Uno di loro era ancora vivo, perché l'aveva
sentito lamentarsi. Per inciso, ci fu una scena simile, famosa, nel film
Roswell (con l'attore Martin Sheen), il cui direttore esecutivo Paul Davids
conosceva molto bene l'inchiesta su Roswell, e ha scritto la prefazione
del libro di Carey e Schmitt. Secondo Montoya, i "
piccoli uomini"
erano stati spediti in ospedale poco prima di lasciare l'hangar. Ciò
è coerente con la testimonianza di Eli Benjamin, che aveva dovuto
compiere questo trasferimento, probabilmente nel pomeriggio. D'altra parte,
Montoya non ha visto l'apparecchio nell'hangar, ma solo rottami. E' anche
in linea con le testimonianze, già citate, secondo cui l'apparecchio
era stato trasportato nella base nel tardo pomeriggio. Per inciso, fu
allora che il colonnello Blanchard, tornato alla base dopo la sua visita
sul sito, avrebbe fatto una visita al capannone, affiancato dal suo fedele
luogotenente Haut, che aveva avuto l'opportunità di vedere, per
breve tempo, la macchina e i cadaveri.
Vediamo che le diverse testimonianze sono collegati tra loro e s'incastrano
come pezzi di un puzzle complicato, ma in maniera plausibile.
Mercoledì 9 e giorno seguente, il secondo volo del B-29
a Fort Worth
E' Mercoledì 9 luglio, circa le 16:00, quando decolla il bombardiere
B-29 Straight Flush con una cassa di grandi dimensioni nella stiva,
verso la base di Fort Worth, Texas. L'aereo è pilotato dal capitano
Frederick Ewing, ed è un volo tra rigide misure di sicurezza,
con guardie armate nella stiva: il volo si svolge a bassa quota (da
4 a 5000 piedi, da 1300 a 1600 m), mentre il ritorno a Roswell avverrà
nella normale quota di volo (25.000 piedi o 8.300 m, essendo la cabina
pressurizzata). Il Maggiore Marcel era sul volo di ritorno. La prima
testimonianze raccolta dagli investigatori fu quella del sergente Robert
Slusher, un membro dell'equipaggio, che descrisse con precisione nel
suo affidavit del 23 maggio 1993.
Altre più recenti testimonianze dei membri dell'equipaggio, sono
quelle del sergente Arthur Osepchook e del soldato Lloyd Thompson. I
resoconti di altri due testimoni di questo volo, il sergente Arthur
Osepchook e il soldato Lloyd Thompson, confermano quelle di Robert Slusher,
con alcuni dettagli che rivelano l'eccezionalità di questo trasporto
ad alta sicurezza. Il sergente Osepchook era certo, come gli altri uomini,
che ci fosse qualcosa di molto importante in quella cassa. Un aspetto
interessante della sua testimonianza è che furono "interrogati"
al loro ritorno a Roswell. Gli si disse che non c'erano "dischi
volanti", e che non s'era schianto uno di essi. Anche in questo
caso, quali precauzioni per un grappolo di palloni!
Altri dettagli: Lloyd Thompson ricordava di aveva partecipato al volo
di un medico della base, che aveva riconosciuto perché l'aveva
curato la settimana precedente. Bizzarro questo medico imbarcato per
una semplice andata e ritorno per Fort Worth ... Al suo arrivo a Fort
Worth, un gruppo di persone attendeva l'aereo sulla pista. L'equipaggio
aveva sentito all'interfono il tenente Felix Martucci dire di riconoscere
in mezzo a loro un ex compagno di scuola, divenuto impresario di pompe
funebri (mortician), ma il capitano Ewing gli ordinò
subito di tacere! Al ritorno a Roswell, lo stesso Martucci probabilmente
fece un'altra gaffe, esclamando: "Ragazzi, abbiamo appena fatto
la storia!" («Boys, we just made history!»).
Per inciso, Tom Carey e Donald Schmitt dicono che riuscirono a raggiungere
Martucci al telefono, ma appena affrontarono questo volo "storico",
rispose subito che non sapeva nulla e riattaccò. Avevano cercato
di richiamarlo in seguito, ma aveva cambiato numero. Non è escluso
che egli raccolse un serio avvertimento, al momento.
Il trasporto dei rottami con diversi velivoli C-54, nei giorni
successivi
Troviamo qui che il sergente Earl Fulford dice di essere stato svegliato
alle 2 di notte (probabilmente nella notte tra Mercoledì 9 e
Giovedi 10) e ricevette l'ordine di andare all'hangar P-3. Era anche
operatore del carrello elevatore, e perciò fu mobilitato. Fu
anche, forse, perché aveva un nullaosta livello "top
secret": si preferisce usare degli uomini di fiducia, e nel
numero più limitato possibile. Dovette caricare una cassa di
legno, di 7 piedi quadrati, in un C-54. Poté essere preso come
se fosse molto leggero. Ci furono altre spedizioni e altri voli: secondo
Robert Smith (affidavit), ci furono tre o quattro voli di quadrimotori
C-54. Ha confermato un volo per la base di Wright del capitano Henderson
(di cui vide la squadra), già citato in precedenza. Secondo i
suoi parenti, aveva detto di aver trasportato dei corpi, probabilmente
del secondo sito. Tali trasporti ebbero, secondo i testimoni, diverse
destinazioni: White Sands, Kirtland e Los Alamos su strada. Questa destinazione
per Los Alamos venne rivelata da un cugino di Robert Smith, un membro
dei servizi segreti, Raymond Vinney.
L'invio dei rottami per essere studiati a White Sands e Los Alamos è
logico. Erano dei centri di ricerca avanzata, all'epoca, per razzi e
bombe atomiche. Secondo alcuni, eminenti personalità come Robert
Oppenheimer per il nucleare, e Von Braun per lo spazio, erano stati
consultati. Si parlò anche di un trasporto a Washington: secondo
la testimonianza del tenente colonnello Joe Briley e del sergente Lewis
Rickett, un aereo giunse da Washington il Martedì 8, con a bordo
personale della contro-intelligence (CIC, Corpo del controspionaggio),
e ripartì lo stesso giorno con un carico di rottami.
La ripulitura dei siti, nei giorni successivi
Nei giorni successivi, i militari di Roswell, aiutati da rinforzi da altre
basi, compresa Fort Bliss, che si trova più a sud, vicino al Messico,
condussero un approfondito rastrellamento dei siti. Il sergente Earl Fulford
aveva anche detto che Mercoledì 9, "era stato portato volontariamente"
per fare parte di un team di quindici-venti uomini guidati sul campo dei
relitti di Brazel, per terminare la ripuliura del sito. Erano stati dotati
di sacchetti di tela e gli era stato ordinato di raccogliere tutto ciò
che era "
innaturale". Descrisse un territorio che si
estendeva per centinaia di metri che fu, come detto da altri testimoni,
circondato da MP. Ovviamente, la terra era già stata ripulita,
perché non c'era molto, e si potevano vedere le tracce dei pneumatici
di grandi camion che erano stati utilizzati per caricare le cose. Trovò
solo sette pezzi che ha descritto, come molti altri testimoni, fogli '
a
memoria di forma' ('
memory foil') che riprendevano la forma
originaria dopo essere stati piegati.
Ricordiamo qui l'ispezione di settembre, nell'area di Roswell del professor
Lincoln Lapaz, assistito da Lewis Rickett, (vedasi capitolo 2 del libro).
Lapaz scoprì un terreno con superficie vetrificata, a 5 miglia
a nord-ovest del campo dei relitti. In seguito confermò a Rickett
il parere che vi era caduto un mezzo extraterrestre. Ci sarebbero stati
quattro siti più o meno allineati da nord-ovest a sud-est: la zona
vetrificata (primo impatto al suolo?); il campo dei rottami a 5 miglia
di distanza (esplosione dello scafo esterno?); il sito dei cadaveri a
2 miglia e in mezzo al campo (una capsula di salvataggio?); il sito di
impatto con l'UFO e gli altri corpi, a circa 20 miglia di distanza.
Che cosa è realmente accaduto a Roswell? Arrischiamo qui un commento
prudente su tutto il caso: abbiamo davanti, ovviamente, una storia complessa.
Nonostante tutte le prove accumulate, vediamo che ci sono ancora aree
grige e ignote. Ma questo non è un motivo per dubitare di tutto.
Molti pezzi sono già assemblati.
Testimoni minacciati, residenti sorvegliati
I militari hanno anche effettuato il recupero di eventuali rottami raccolti
dai residenti. Le case furono perquisite, saccheggiate, e persone furono
minacciate, anche i bambini, secondo la testimonianza del fotografo
di Roswell, Jack Rodden. Uno degli allevatori della zona gli disse che
i suoi tre bambini rientrarono a casa da una passeggiata molto traumatizzati,
e si rifiutarono di dire cosa avevano visto. Rodden poi apprese che
avevano visto troppo, e che i militari gli avevano minacciati e spaventati.
Altri genitori hanno detto la stessa cosa. Nella stessa Roswell, sappiamo
già della testimonianza delle figlie di vigile del fuoco Dan
Dwyer, Frankie Rowe e Helen Cahill, su minacce di morte fatte ai loro
familiari. Sappiamo anche di Barbara Dugger, la nipote dello sceriffo
George Wilcox, a cui la nonna Ines aveva rivelato, poco prima della
sua morte, le minacce di morte fatte a suo marito e lei stessa.
Tuttavia, il caso dello sceriffo è stato forse ancora peggiore,
se dobbiamo credere ai fratelli Anaya, già incontrati sopra come
testimoni nell'esperienza traumatica di Joseph Montoya. Avevano avuto
una visita dello sceriffo Wilcox, che fu incaricato di avvertire e minacciare
i testimoni. Così, Wilcox fu costretto dai militari a svolgere
questo ruolo difficile, prima di essere minacciato a sua volta! Questo
spiega perché questa storia l'aveva spezzaato moralmente, secondo
le confidenze di Inez Wilcox a Barbara Dugger, e così anche uno
dei suoi aiutanti, al punto che aveva abbandonato la sua carriera di
sceriffo.
I giorni successivi, al ranch Foster
I figli di Brazel, Bill e Paul, videro la sua foto e la smentita sul
giornale. Rendendosi conto che il padre aveva dei problemi, andarono
al ranch per aver cura di bovini, cavalli e pecore. Paolo, proprietario
di ranch in Texas, arrivo per primo, ma i soldati erano ancora lì
e lui fu respinto in diverse occasioni. Si rifiuterà totalmente
di testimoniare in seguito. Il secondo, Bill, che vive ad Albuquerque,
giunse subito dopo la loro partenza, con la moglie Shirley, e si presero
cura degli animali. Brazel, al suo ritorno, amareggiato e umiliato,
si rifiuterà di parlarne con i suoi parenti. Tuttavia, secondo
testimoni, avrà abbastanza per lasciare il ranch e saldare i
suoi debiti poco dopo. Gli abitanti della regione continuarono a essere
monitorati e visitati per anni. Infatti, alcuni avevano conservato dei
rottami.
Bill Brazel dirà, a Corona nel 1949, di aver raccolto alcuni
frammenti. Poco dopo, fu visitato da un certo capitano Armstrong, accompagnato
da tre soldati, che chiesero e ricevettero i frammenti. Perquisirono
la casa e la misero a soqquadro. Secondo un allevatore della regione,
LD Sparks, pochi anni dopo l'incidente, un vicino di Brazel, Dan Richards,
gli mostrò un pezzo di lamiera. L'aveva gettato in aria e gli
aveva sparato, ma senza riuscire a danneggiarlo. Si poteva piegare,
ma poi riprendeva la sua forma originale: un'altra testimonianza su
un foglio infrangibile, a memoria di forma! Si vedrà nel capitolo
2 de Le crash de Roswell, come Brazel stesso aveva fatto, una
volta, questa prova con dei suoi amici cacciatori. Nonostante questo
sforzo dei militari per recuperare tutti i relitti che erano stati raccolti
nel ranch Foster e nei suoi dintorni (alcuni frammenti, più leggeri,
erano stati probabilmente dispersi intorno dal vento), non è
impossibile che delle persone siano riuscite a conservarne alcuni. Tom
Carey ha detto al Larry King Live, il 4 luglio 2008, che potrebbe
essere sulla buona strada per trovare uno!
Un nuovo testimone da Wright Field
Una delle testimonianze più interessanti proviene dai quattro
figli del tenente colonnello Mario M. Magruder, un emerito pilota dell'aviazione
navale sul Pacifico, nella Seconda Guerra Mondiale. Secondo loro, confessò
sul letto di morte che aveva visto i rottami dello schianto, e un alieno
vivo a Wright Field (in seguito ribattezzata Wright-Patterson
AFB) due settimane dopo l'incidente, nella seconda metà
del luglio 1947. Era appena entrato nell'Air War College, nell'Alabama,
frequentato da ufficiali d'elite, considerato come i futuri leader delle
diverse armi. Furono inviati a Wright Field per dare il loro parere
su una questione urgente. Appresero poi della scoperta di un mezzo extraterrestre
caduto vicino a Roswell. Avevano esaminato l'apparecchio e furono poi
introdotto in un'altra stanza dove c'era un alieno sopravvissuto!
Mike Magruder ha detto che suo padre aveva descritto la "creatura"
alto meno di cinque piedi (1,50 m), "umanoide", ma
con braccia e occhi più grandi, e una testa sproporzionata, priva
di capelli. Aveva una fessura al posto della bocca e due buchi senza
appendici come naso e orecchie - la descrizione classica dei "Grigi"
... Non c'era alcun dubbio nella sua mente che egli "veniva
da un un altro pianeta". Ed egli disse a suo figlio che aveva
vissuto lì per il più grande shock della sua vita.
Questa storia, se vera, ci fa riflettere su quale sia il problema che
non cessa mai di essere evocato, giustamente, quello della soppressione
del segreto. Che cosa accadrebbe se tutta la storia di Roswell, e le
sue conseguenze, venissero provate oltre ogni ragionevole dubbio? Causerebbe
probabilmente più di un paio di grandi titoli sui giornali.